giovedì 26 novembre 2009

I gamberetti di scogliera: degli ottimi "pulitori"


Camminando sulla costa rocciosa, se ci si ferma ad osservare quelle che vengono definite "pozze di marea", ovvero quelle piccole pozze prossime al mare in cui si accumula acqua in occasione di mareggiate o di alta marea, è facile imbattersi in piccole creature, quelli che vengono volgarmente definiti: gamberetti di scogliera. Specie comuni, in quest'ambiente, sono due del genere Palaemon e precisamente P.elegans e P.serratus. Tali specie, molto simili tra di loro, sono difficilmente distinguibili a prima vista e solo un occhio esperto può distinguerle. Questi organismi sono riscontrabili anche presso le zone portuali, in acque stagnanti e presso le foci dei fiumi e soprattutto P.serratus in acque profonde fino a circa 15 metri, tra anfratti o dentro a grotte, essendo una specie che preferisce di più le zone d'ombra rispetto a P.elegans. Si trovano quindi principalmente nella zona del piano sopralitorale e di quello mesolitorale. In occasione di mareggiate, questi gamberetti si allontanano dalle zone battute dal moto ondoso e cercano riparo in acque calme e riparate. Svolgono l'importante ruolo di "spazzini", nutrendosi un di tutto quello che trovano, soprattutto di sostanza organica morta. In tal modo danno un importante contributo per l'ecosistema nel ricircolo di materia ed energia, che altrimenti andrebbe sprecata. Sono specie ad abitudini notturne. In alcune regioni d'Italia sono parecchio ricercati a livello gastronomico e molti pescatori li utilizzano quale esca per diverse specie di pesci. Principalmente a causa dell'erosione costiera e della distruzione delle coste causata dall'uomo, le specie risultano essere poco comuni in località dove, un tempo, erano molto abbondanti. 

Qui, in questa foto, ritrovate l'ambiente in cui potete ritrovare questi graziosi animali. (Località:costa di Avola (SR)).

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