sabato 21 novembre 2009

Delfini


E' senza dubbio il mammifero marino più conosciuto. La parola Delfino indica in realtà non una precisa specie di mammifero marino, ma una categoria di cetacei simili nella forma. Molti associano alla parola delfino l'immagine del famoso Flipper, che è un Tursiope (Tursiops truncatus). In realtà, spesso in ambiente naturale ci si può trovare davanti ad altri cetacei, di forma simile ma, ovviamente, di specie diversa. Ad esempio possiamo incontrare la Stenella striata (Stenella coeruleoalba) o il Delfino comune (Delphinus delphis), entrambi presenti nel Mediterraneo. E' opportuno, a questo punto, precisare la distinzione tra delfini e balene, entrambi cetacei, ma con sostanziali differenze morfologiche e comportamentali. I "delfini" sono cetacei Odontoceti (dotati di denti), mentre le "balene" cetacei Misticeti (dotate di fanoni).

I delfini hanno un corpo affusolato, adatto quindi ad un nuoto veloce. Sono animali carnivori e in base alla specie ci si può trovare davanti a specie ittiofaghe (si nutrono di pesci) o teutofaghe ( si nutrono di molluschi, come calamari e totani). La loro struttura sociale è assai complessa. I legami all'interno di ciascun gruppo sono molto forti e alcuni delfini posso rimanere assieme alla propria compagna per tutta la vita. Quando la femmina partorisce, la prima parte del nuovo nato ad uscire dal corpo materno è la coda. Questo è fondamentale per la sopravvivenza della nuova creatura, perché, in tal modo, il piccolo mantiene fino all'ultimo momento la testa dentro al corpo materno, riuscendo a respirare aria dal suo sfiatatoio, cosa che gli sarebbe impossibile se, invece, uscisse prima il capo, che rimarrebbe sommerso dall' acqua con il rischio di annegare, perché ricordiamo che i delfini non sono pesci, ma mammiferi e quindi come tali dotati di polmoni e con respirazione aerea. Non appena il piccolo delfino viene liberato nell'acqua, la madre subito lo spinge da sotto e lo mantiene in superficie per aiutarlo a respirare nei primi momenti di vita. Durante i primissimi anni della sua esistenza, il giovane delfino, passerà i suoi giorni accanto alla madre, che se ne prenderà cura fino a quando il piccolo avvertirà il bisogno di riprodursi. A questo punto sarà la madre stessa o le altre femmine del gruppo a cacciarlo via (anche violentemente) dal gruppo. Tale comportamento, anche se potrebbe sembrare crudele, in realtà è molto importante per la sopravvivenza della specie in quanto si evitano incroci tra consanguinei, che spesso risultano deleteri. Il delfino, a questo punto, dovrà trovare un altro gruppo ed unirsi ad una compagna, ma per fare ciò dovrà sfidare e vincere il maschio dominante del gruppo. Talvolta, per riuscire nell'impresa, può unirsi ad un compagno di vita ed affrontare il Delfino dominante (che è ovviamente un adulto) assieme, per avere maggiori possibilità di batterlo. Quando un delfino rimane senza la madre, questa può essere sostituita dalla "zia", che inizierà a produrre lei adesso il latte e a nutrire il piccolo.
Sui delfini ci sarebbe tanto da dire, ma qui mi sono limitato più che altro a trattare un della loro vita sociale.

Quella che vedete in foto è una Stenella striata (Stenella coeruleoalba) in una foto da me scattata alle Isole Eolie questa estate.

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