martedì 1 dicembre 2009

Il granchio favollo


Anche questo granchio, come il granchio corridore (Pachygrapsus marmoratus), si può facilmente incontrare lungo le coste rocciose basse. Il Favollo (Eriphia verrucosa) è un granchio molto robusto e forte. Ha il carapace ovaliforme che si restringe nella parte posteriore. Nella parte anteriore e ai lati si trovano delle dentature. Gli occhi, peduncolati, sono distanziati. Come tutti i granchi è provvisto di 10 arti. Il paio anteriore, le chele, sono strutture molto robuste e hanno la funzione principale di catturare il cibo e di portarlo alla bocca. Sono asimmetriche e quindi una è sempre più sviluppata dell’altra. Sul lato esterno e dorsalmente ad esse sono presenti dei tubercoli. Le dita delle chele sono piuttosto appuntite e presentano delle grossolane dentellature. Si presentano di colore bruno o nero con le estremità bianche. Gli altri arti hanno funzione locomotoria. Le loro parti terminali sono a cuneo molto appuntito. Soprattutto a livello degli arti locomotori sono presenti delle setole. Proprio per tale caratteristica, in alcune località, il granchio è volgarmente noto come “granchio peloso” o “pelosa”. Il colore generale del corpo, dorsalmente, varia dal bruno al nerastro. Nella regione ventrale, invece, il colore è chiaro e si presenta generalmente e prevalentemente bianco-giallognolo. Il lato interno delle chele presenta dei tratti arancione. In corrispondenza delle due giunture di ogni chela possono essere presenti delle sfumature azzurre o celestine. Sulla superficie del corpo dell’animale possono vivere alcuni balani. Può essere parassitato da un altro crostaceo altamente modificato che conduce vita da parassita, appartenente al genere Sacculina. Il Favollo ha attività prevalentemente notturna, ma non è per nulla raro incontrarlo durante il giorno, in zone emerse o sotto la superficie a bassissime profondità, fino ad una profondità massima che può superare i 10 metri. Il suo habitat prediletto è quello roccioso, delle pozze di marea e di acque basse, dove è sicuramente più facile osservalo semplicemente passeggiando sulla riva o durante le nostre attività subacquee. Quando non è in esplorazione vive rintanato in fessure, sotto a massi o dentro le buche. È una specie diffidente e quando incontra l’uomo tende a fuggire. Solo quando si sente messo alle strette, senza alcuna via di fuga, allora diventa aggressivo e si mette in posizione di difesa, alzando il corpo quasi perpendicolarmente al substrato e tenendo pronte a scattare le poderose chele. Un grosso esemplare può fare certamente male anche ad un uomo. In alcuni grossi esemplari la larghezza del carapace supera i 10 cm. Si nutre prevalentemente di organismi morti che trova nel suo ambiente, ma è anche in grado di catturarne di vivi. Il sesso si può distinguere facilmente. Se si osserva l’animale nella sua parte inferiore e il suo addome è stretto e lungo allora sarà un maschio, mentre la femmina ha un addome ampio e tondeggiante, adatto a contenere e trasportare le uova. Quando presenti, queste, sono visibili come una massa brunastra sotto al corpo dell’animale. Uno dei suoi principali predatori è il Polpo (Octopus vulgaris). Generalmente non appare tra i banchi del mercato del pesce, tuttavia le sue carni sono prelibate e in alcune località è molto ricercato per aggiungerlo alla zuppa di pesce alla quale dà un particolare sapore, assai apprezzato dai buongustai. 

4 commenti:

  1. che peso puo' raggiungere un esemplare piu' grande secondo voi ?

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    1. Io ne ho visto uno pescato da un amico a Taranto di 750 grammi

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  2. Se sei di Bari allora non ti puoi lamentare, ho 15 anni e adoro pescare pelose, la mia più grande è di 200 grammi.

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