martedì 17 agosto 2010

Lampuga


Pesce pelagico dalle abitudini gregarie, che allo stato giovanile vive in banchi costituiti da numerosissimi individui e che in età più avanzate, quando gli individui superano nettamente il chilogrammo di peso, vive in banchi meno numerosi. In Mediterraneo è presente una sola specie, anche se in tempi recenti ne è stata segnalata un' altra che può essere facilmente confusa con quella "comune" (Coryphaena hippurus), soprattutto quando si tratta di giovani esemplari. Si presenta con un corpo allungato e abbastanza schiacciato lateralmente. La pelle, liscia al tatto, possiede piccole scaglie ricoperte dall' epidermide. Le mascelle sono dotate di piccolissimi denti disposti in più file e la bocca si presenta leggermente obliqua con la mandibola appena prominente. In questa specie è presente il dimorfismo sessuale, dove il maschio (chiamato nel siracusano Caponessa) presenta un caratteristico rilievo frontale. Presenta una lunga pinna dorsale, che dalla nuca raggiunge il peduncolo caudale. Anche l'anale è abbastanza sviluppata, ma si presenta più corta della dorsale. La coda è molto forcuta. La colorazione è verde azzurrastra con sfumature color oro e argento sui fianchi, dove vi sono alcune macchie scure, ma alla morte del pesce diventa più uniforme. E' un pesce predatore, che allo stadio adulto si ciba principalmente di "pesce azzurro" di piccole dimensioni come alici, sardine, sgombri, sauri e di pesci volanti. A partire da metà Luglio, nel Siracusano, i pescatori di professione calano in acqua i "cannizzi", ovvero strutture composte da 2 o 3 foglie di palma legate assieme ed ancorate in modo da mantenerle prossime alla superficie. Questi oggetti galleggianti creano in mare zone d'ombra dove le lampughe sono solite radunarsi (assieme a piccole ricciole, pesci pilota ed altri pelagici allo stadio giovanile, come ad esempio i tonnetti) e vengono poi, una volta accertata la loro presenza, facilmente catturate con reti a circuizione. A fine Luglio si trovano sotto tali strutture individui di pochi centimetri che non andrebbero ancora catturati; tuttavia, questa specie, mostra un rapido accrescimento e già a Settembre si possono catturare esemplari di peso attorno al Kg o anche più. Essendo una specie molto vorace, viene facilmente catturata anche con lenze trainate da imbarcazioni in prossimità dei "cannizzi" (tecnicamente chiamati FADs, fish attracting devices) e quando presenti non sono rare le catture multiple quando si hanno più lenze calate. E' uno dei pesci più ambiti per la traina data la sua tenacia nella fuga. Una volta allamata non sono rari spettacolari balzi fuori dall'acqua. Portata sotto la barca, prossima ad essere tirata a bordo, spesso si osservano vicino all'esemplare catturato altri individui della stessa specie (e solitamente delle stesse dimensioni) che lo seguono. Tale comportamento viene a volte sfruttato dagli sportivi, che mantengono l'esemplare catturato in acqua e catturano gli altri individui con la tecnica a spinning, usando esche artificiali. Recentemente, si sta diffondendo la cattura di questo pesce con la tecnica del drifting leggero. La lampuga raggiunge una lunghezza massima di quasi 2 metri per un peso talvolta superiore ai 15 Kg, ma gli esemplari di taglia più frequentemente catturati sono compresi tra i 700 gr. e i 2 Kg di peso. E' una specie ad ampia diffusione. In aree tropicali sono stati segnalati casi di intossicazione da ciguatera per chi ha consumato le carni di questo pesce. Qualche anno fa, le carni di questa specie nella Sicilia sud orientale non erano ugualmente apprezzate e conosciute rispetto ad oggi e di conseguenza il prezzo è adesso parecchio aumentato, come conseguenza al maggiore consumo.

In questa foto alcuni esemplari di Lampuga (Coryphaena hippurus) catturati non molto lontani dalla costa della marina di Avola (SR) su una batimetrica di 50 metri.

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