sabato 20 novembre 2010

Pesce flauto


Ieri, 19/11/2010, mi è stato consegnato da una pescheria di Avola (SR) un pesce non noto né ai pescatori, né tanto meno ai venditori. Si tratta in effetti di una specie “aliena” per il nostro Mare o meglio, come spesso ormai si sente dire, “lessepsiana” (specie che, proveniente dal Mar Rosso tramite il Canale si Suez, raggiunge il Mediterraneo). Il Pesce flauto, per la scienza Fistularia commersonii, si è introdotto in tempi piuttosto recenti nel nostro bacino ed è solo una delle numerose specie che tramite Suez stanno colonizzando il Mare Nostrum. Pesce che mostra una particolare morfologia è per certi aspetti assimilabile ai pesci ago ed ai cavallucci marini presenti nel nostro mare; in effetti si tratta di specie affini. La prima cosa che colpisce di questo animale è il suo lungo apparato buccale (da cui prende appunto il nome di Pesce flauto) protrattile con il quale, a seguito di continue alternanze di contrazioni e dilatazioni, risucchia rapidamente le sue prede, che sono costituite generalmente da piccoli pesci. Altra peculiarità è la presenza di una protuberanza filamentosa caudale relativamente lunga e molto sottile (costituita, a un'attenta osservazione, da due raggi). Il corpo dell’animale si presenta dorso ventralmente parecchio compresso ed è ricoperto da una certa quantità di muco piuttosto appiccicoso. Data la sua rarità nei mari italiani non ha alcun interesse commerciale, ma è oggetto di cronaca cittadina. Spesso si sposta solitario in prossimità del fondo marino, ma può anche trovarsi in compagnia di pochi esemplari della stessa taglia. È già stato segnalato in alcune zone della Sicilia e mai fin oggi ad Avola dove è stato appunto catturato dai pescatori nel tratto di mare prospiciente alla costa compreso tra Contrada Falaride e “Gallina” utilizzando una rete da posta. L’ingresso di queste specie nel nostro mare è favorito dall’innalzamento della temperatura delle acque come conseguenza al fenomeno del riscaldamento globale. Spesso queste specie aliene entrando nei nostri mari alterano l’equilibrio dell’ecosistema, ma è ancora troppo presto per parlare di specifici effetti a livello ecosistemico relativi a fenomeni di competizione con specie autoctone. Ulteriori segnalazioni saranno importanti nel determinare la distribuzione di questa specie all’interno del Mediterraneo.
L’esemplare in foto è quello catturato ad Avola ed è lungo 105 cm per un peso di quasi 600 gr. La specie può talvolta superare la lunghezza di 1,5 metri.

Nessun commento:

Posta un commento