martedì 22 febbraio 2011

Le barriere coralline


Le barriere coralline rappresentano uno degli ecosistemi con la maggiore biodiversità al mondo, dove è presente un' elevatissima diversità di forme e colori. Esse sono distribuite nelle fasce intertropicali, in quanto, per poter esistere, necessitano di temperature "elevate" dell'acqua che non dovrebbero mai essere inferiori ai 20 °C circa. Sono delle strutture viventi, esse sono infatti costituite o meglio "costruite" da alcuni particolari tipi di coralli (Madrepore) detti appunto ermatipici, ovvero coralli costruttori, in grado di secernere e consolidare un robusto scheletro calcareo capace di resistere al moto ondoso, talvolta molto forte. L'esistenza di tali coralli, che sono quasi tutti polipi coloniali, è dovuta alla simbiosi tra essi ed alcune alghe unicellulari, le zooxantelle, in una strettissima forma di associazione definita simbiosi. I coralli ermatipici, infatti, in assenza di tali alghe unicellulari non sarebbero in grado di accrescersi, riprodursi e di secernere il loro scheletro calcareo; molte specie non riuscirebbero neanche a sopravvivere in quanto tali alghe secernono alcuni zuccheri fondamentali per la crescita della colonia. Data la loro stretta dipendenza dalle alghe simbionti, i coralli non possono sopravvivere oltre determinate profondità, in quanto la luce non riuscirebbe a raggiungere le alghe, impedendo il processo fotosintetico e facendole morire, bloccando quindi la formazione dello scheletro calcareo. Tale profondità varia in base alla trasparenza (o viceversa torbidità) delle acque, ma comunque ha generalmente un limite massimo di pochissime decine di metri in condizioni di perfetta trasparenza (i coralli necessitano di acque più trasparenti possibili per svilupparsi). La Grande barriera corallina australiana (parte nord-orientale dell'Australia, al largo del Queensland), con i suoi 2.300 chilometri formati da una serie di barriere, rappresenta la struttura vivente più estesa della terra. Nonostante la povertà di sostanze nutritive presenti nelle sue acque, essa ospita un elevatissimo numero di specie di organismi marini, appartenenti a gruppi molto diversi tra loro ed un terzo circa di tutta la fauna ittica degli oceani si concentra proprio qui (tra cui un elevato numero di specie di squali). Negli ultimi anni, l'innalzamento delle temperature, che sta avvenendo su scala globale, unitamente ad altri fattori secondari, stanno contribuendo a distruggere il delicato equilibrio simbiotico tra i coralli e le loro piccole alghe; ciò comporta all'espulsione dell'alga da parte del corallo. Il corallo morirà e di lui rimarrà solamente il suo scheletro calcareo, fenomeno noto come sbiancamento dei coralli. E' bene ricordare che i coralli vivono in aree del pianeta in cui la temperatura è già alta di suo e quindi anche un lievissimo innalzamento termico può essere fatale per un ecosistema delicato come quello delle barriere coralline. Il problema dell'innalzamento globale della temperature, sebbene sia il principale, non pare essere l'unico. Altro problema che potrebbe impedire il normale sviluppo delle barriere coralline potrebbe derivare da acque cariche di nutrienti provenienti da fiumi che ricevono acque "fertilizzate" dai terreni coltivati dell'agricoltura intensiva. L'eccesso di tali nutrienti favorisce la formazione di un "tappeto" algale che ricopre il corallo, portandolo alla morte ed impedendo la ricolonizzazione da parte di nuove larve provenienti da siti vicini non contaminati. Altro problema che si aggiunge a questi due è quello dell'acidificazione sempre crescente dell'acqua marina, in seguito all'aumento di anidride carbonica nell'aria che si sta avendo negli ultimi decenni. L'acidificazione dell'acqua, infatti, rende difficile, quando non impossibile, la costruzione dello scheletro calcareo da parte dei polipi dei coralli. Secondo alcuni ricercatori, che hanno effettuato studi approfonditi su tali cause, tra circa 40 anni si arriverà inevitabilmente al collasso totale di questo bellissimo ecosistema marino e tornare allo stato iniziale sarà molto difficile, forse impossibile.

In foto una bellissima immagine aerea della grande barriera corallina australiana.

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